Il Burkina Faso

Geografia

Mappa del Burkina FasoLocalizzazione : Africa Occidentale. Circondato da Benin, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Ghana e Togo.
Superficie : 274 200 km²
Capitale : Ouagadougou.

Popolazione : quasi 14 milioni di abitanti, circa 60 gruppi etnici.

Lingue : francese, mooré, dioula, foulfouldé, gourmantché.
Moneta : franco CFA (1 Euro = 656 FCFA)

Reddito agricolo medio all’anno : 204 950 FCFA (ca. 17 083 FCFA / mese, ovvero 26 euro al mese) (dati FAO, 2007).

Reddito non-agricolo medio all’anno : 139 000 – 495 000 FCFA (ca. 11 583 – 41 250 FCFA / mese ovvero 18 – 63 euro al mese) (dati FAO, 2007).

Indipendente dal 1960, la Repubblica di Alta Volta diventa Burkina Faso nel 1984, la Patria degli uomini integri.

“Burkina” significa “integrità morale” in mooré, la lingua dell’etnia Mossi, maggioritaria in Burkina.

“Faso” significa “patria” in bamanankan, la lingua dei Bambara o dei Dioula parlata in Africa Occidentale (Mali, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Guinea, Gambia).

I suoi abitanti sono i burkinabè (uomo o donna). “bè” significa “abitante” in foulfouldé, lingua dei Peuls, popolo di allevatori nomade che vive in diversi paesi dell’Africa Occidentale.

Ouagadougou, la capitale, conta più di un milione di abitanti e Bobo-Dioulasso, centro economico, ne ha circa 350000.

Clima

Due stagioni distinte: la stagione secca dura circa 8 mesi, e la stagione delle piogge va da metà giugno a metà ottobre.

Dati socio-economici

Il Burkina Faso, paese essenzialmente agricolo, fa parte dei paesi più poveri del pianeta (172esimo / 174).

L’agricoltura e l’allevamento occupano più dell’80% della popolazione totale. L’analfabetismo raggiunge l’80% della popolazione; l’aspettativa di vita non supera i 47 anni. Il prodotto interno lordo (PIL) è pari a 300 US$ a persona. Il livello di sviluppo socio-economico è molto basso.
Questa povertà è più evidente presso le donne che non possiedono nè terreno nè bestiame. La donna svolge, oltre ai lavori nei campi, i penosi incarichi per la sopravvivenza della famiglia. Le spettano dunque tutte le faccende, quali la corvée dell’acqua, la legna da bruciare, le pulizie, cucinare… oltre che assicurarsi della salute e dell’educazione dei figli.

Associazioni come ZEMS TAABA realizzano progetti di aiuto alle donne perchè possano conciliare faccende domestiche e attività di sviluppo locale.

La filiera karité

Le produttrici di karité fanno parte dell’80% della popolazione rurale del Burkina Faso. Queste donne hanno ereditato conoscenze secolari, trasmesse da madre a figlia: sfruttano i frutti dell’albero del karité per produrre il burro.
Le attività, condotte in gruppo, sono la raccolta delle noci di karité, la produzione di burro e di sapone. Lavorano la noce di karité in maniera artigianale, secondo la tecnica di estrazione tradizionale del burro di karité, la zangolatura.
Lo sviluppo della filiera karité ha effetti molto positivi sulla vita delle donne:

  • emancipazione sociale,
  • contribuzione alla creazione e al perdurare di solidarietà tra le donne,
  • aumento dei redditi e miglioramento delle condizioni di vita della donna e della famiglia,
  • integrazione delle donne nell’economia monetaria,
  • contribuzione alla nascita di uno spirito imprenditoriale nelle donne.

L’associazione Zems Taaba comprende circa 200 donne divise in tre gruppi, a Nahartenga, Koudougou e Ralo. Ogni gruppo è gestito da un direttivo di 9 donne: una responsabile, una tesoriera e la sua vice-tesoriera, una segretaria e la sua sotto-segretaria per l’organizzazione, una segretaria per la formazione e la sua sotto-segretaria, due consigliere.

Il gruppo di Nahartenga

Nahartenga è un villaggio situato a 35 km a est di Ouagadougou, sulla strada di Fada N’Gourma. Conta circa 750 abitanti, di cui 440 donne.
La scuola del villaggio, costruita 3 anni fa, nel 2005, raggruppa 60 bambini di diversi villaggi dei dintorni.

Le attività delle donne in loco sono la raccolta delle noci di karité, la produzione di burro e di sapone e la fabbricazione di soumbala, a partire dai semi di néré. Per la raccolta delle noci di karité, le donne percorrono fino a 5 km.
Nel periodo di produzione, trattano fino a 35 kg (ossia 5 tine, una ” tine ” è una bacinella il cui contenuto equivale a 7 kg) al giorno, per una capacità annua di circa 3-4 tonnellate.
Esse lavorano il karité in maniera artigianale, secondo la tecnica di estrazione tradizionale del burro di karité con zangolatura.
Dispongono delle infrastrutture seguenti per le loro attività:

  • un capannone per i cereali, utilizzato per conservare le noci di karité e altri cereali quali il miglio, o il sorgo,
  • un edificio riservato alle donne per produrvi il burro di karité, il sapone e il soumbala,
  • un edificio in cui è collocato un mulino adatto a fare la macinatura sia delle mandorle di karité sia delle arachidi,
  • una sala di riunione nella quale gli uomini o le donne si riuniscono per discutere,
  • uno spazio all’aperto nel quale le donne hanno seguito la loro formazione di alfabetizzazione.

Nel 2005, il torchio per il karité non era utilizzato perché le donne preferivano le tecniche manuali di produzione. Il mulino era rotto, per cui le donne dovevano spostarsi in un villaggio vicino (5 km) per macinare le mandorle.
80 donne di Nahartenga aderiscono all’associazione Zems Taaba. La responsabile del gruppo di Nahartenga è Rosalie Compaoré.
La presidente dell’associazione, Denise Ouedraogo si occupa del trasporto del burro di karité, in quanto le donne non dispongono di nessun mezzo di trasporto. I prodotti vengono venduti in loco, e spesso a Ouagadougou, sede dell’associazione.
Il gruppo di Nahartenga è stato scelto per la realizzazione del progetto di certificazione “Agricoltura Biologica” del burro di karité. Sono stati realizzati investimenti per raggiungere tale scopo e per rispondere pienamente ai criteri di qualità. Nel mese di dicembre 2008 e a maggio 2009, Ecocert SA ha controllato che questi criteri fossero soddisfatti e ha attribuito la certificazione biologica “Agriculture Biologique” al sito di produzione di Nahartenga.

Il gruppo di Koudougou

La città di Koudougou, situata a 100 km a ovest di Ouagadougou, contava circa 82000 abitanti nel 2006. La città, come pure il villaggio di Ralo, si trova in una regione molto ricca di alberi di karité.
Le attività delle donne sono concentrate nella trasformazione del karité in burro e in sapone, la produzione di soumbala, la produzione vivaista e la realizzazione di prodotti artigianali (tintura su tessuti). Nel periodo di produzione, le donne riescono a produrre fino a 70 kg (ossia 10 “tine”) al giorno, il che corrisponde a una capacità annua di circa 10 tonnellate.
Il gruppo di Koudougou non ha attività di raccolta delle noci di karité. Compera le mandorle al gruppo di Ralo. Le mandorle vengono poi trasformate in burro e in sapone in sede. Il metodo utilizzato è quello tradizionale.
Le donne possiedono un magazzino di 10 m², una sala di produzione/stoccaggio del burro e del sapone, una costruzione per il mulino e una sala per le riunioni. Sono proprietarie del mulino, di una macchina tostatrice, di un pestello, una bacinella, pentole, piatti, secchi, oltre a due pozzi e al terreno intorno ai vari edifici. La sala di riunione, che non viene utilizzata molto spesso, è attualmente affittata ad altre donne per la tessitura di stoffe.
80 donne di Koudougou aderiscono all’associazione Zems Taaba, 36 delle quali lavorano a tempo pieno per la fabbricazione del burro di karité. Le altre partecipano secondo le esigenze e la loro disponibilità oltre alla propria attività principale, e quando gli ordini richiedono una mano d’opera più importante. La responsabile del gruppo è Rosine Zoma.

Il gruppo di Ralo

Ralo è un grande villaggio di 2707 abitanti, situato a 75 km da Ouagadougou, sulla strada per Koudougou. Si trova in una regione particolarmente ricca di alberi di karité.
Il villaggio possiede due scuole per alunni dai 6 ai 10 anni. Nei campi circostanti, gli abitanti di Ralo coltivano il miglio, il piccolo miglio, il sorgo bianco, i fagioli e le arachidi. Le donne utilizzano concime animale per fertilizzare le culture e non usano alcun pesticida sulle loro terre. Gli alberi di karité crescono spontaneamente nei campi dove vengono coltivati i cereali.
Le donne di Ralo sono essenzialmente delle raccoglitrici, in quanto dedite alla raccolta delle noci. Sono capaci di camminare fino a un’ora e mezza (per 5 o 6 km) da casa loro per raggiungere certi campi. Ammucchiano le noci ai piedi degli alberi sulle terre che coltivano e riempiono a mano a mano delle bacinelle che portano sulla testa. Nel villaggio poi le noci vengono depositate in recipienti di terra cotta di varie misure. Queste donne sono in grado di fornire in noci l’equivalente di circa 4 tonnellate di burro all’anno.
Le donne utilizzano le noci per produrre il burro di karité per le loro necessità personali (materia grassa alimentare); vendono il rimanente nei mercati locali. In seno all’associazione Zems Taaba, il gruppo di Ralo è incaricato della raccolta e della conservazione delle noci di karité. Per assumere tale compito, le donne di Ralo non hanno alcuna infrastruttura comune. Usano utensili personali come i pentoloni in cui mettono a bollire le noci, che poi tengono al riparo, distribuite in sacchi di juta.
Nel 1999, 75 donne del villaggio di Ralo hanno seguito una formazione di alfabetizzazione in lingua mooré. Oggi, 45 donne aderiscono all’associazione Zems Taaba. L’organizzazione del gruppo di Ralo è simile a quella di Nahartenga. La responsabile è Mariam Zongo.